Il mondo a rovescio

In un mondo a rovescio le mamme e i papà andrebbero a scuola per imparare mentre i bambini potrebbero anche star fuori a lavorare.

Gli adulti a lezione di com-portamento, di lancio della cartaccia nel cestino, di rispetto delle file e di parcheggio nelle righe.

I piccoli occuperebbero le mattine disegnando a mente libera sui muri scrostati, parlando tra di loro in lingue immaginate di parole travestite. Potrebbero cucinare biscotti glassati per tutti e lanciarsi l’impasto e fare anche i rutti.

Aspetterebbero i genitori all’uscita di scuola, parlando di tutto e di niente e fregandosene di quel che pensa la gente.

Il pomeriggio, ai giardini, i grandi raccoglierebbero foglie secche e semini, giocherebbero a campana e si farebbero il bagno nella fontana.

I compiti a casa sarebbero molto difficili. “Scrivere un temino dove il protagonista sia tuo bambino” ma attenzione, ricorda di coniugare alla terza persona singolare dimenticando la prima persona plurale.

 Questa storia la voglio imparare, e di sera te la voglio raccontare. Perché il mondo a volte puoi anche guardarlo a testa in giù, ma quello che non voglio scordare mai è che io sono io, e tu sei tu.
(Miss Peggy e la lotta alla banale sopravvivenza elementare).

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